Centrali Termoelettriche

Il principio di funzionamento di una centrale termoelettrica è basato sulla trasformazione del vapore acqueo, ottenuto attraverso la combustione di materiali come il carbone, la nafta o il metano, in energia meccanica e successivamente elettrica.

Gli elementi principali di questa tipologia di impianti sono tre: la caldaia, la turbina e l'alternatore.

La prima serve a trasformare l'acqua in vapore grazie all'energia termica prodotta dal processo. L'acqua deve necessariamente essere demineralizzata, per evitare danneggiamenti all'impianto.

La turbina serve a trasformare l'energia termica in energia meccanica, che, grazie ad un alternatore, viene infine trasformata in energia elettrica.

Le centrali termoelettriche sono, in Italia, vastamente utilizzate, tanto da costituire l'80% della produzione di energia elettrica totale. Ma anche in Europa, nonostante l'utilizzo di altre fonti di energia alternative, raggiunge il 50% circa della produzione totale di energia elettrica.

Tuttavia questo tipo di centrali elettriche non sono sicuramente le più efficienti, dato che l'energia dispersa durante il processo è elevato: soltanto il 38% dell'energia termica prodotta in fase di combustione è convertito in energia elettrica, mentre il resto si perde durante i vari passaggi.

Inoltre i fumi della combustione si disperdono nell'aria, accelerando processi dannosi come l'effetto dei gas serra e le famigerate piogge acide causate dalla dispersione in atmosfera di anidride solforosa e acidi di azoto, rilasciati durante la produzione di energia nelle centrali termoelettriche.

La percentuale di energia elettrica prodotta utilizzando impianti di questa tipologia di impianti sale al 60% circa se si utilizzano tecnologie più moderne, che combinano le turbine tradizionali a delle turbine a gas, chiamati cicli combinati gas – vapore. I gas in uscita vengono riutilizzati nel ciclo di produzione, in questo modo l'impatto ambientale risulta ridotto rispetto alle centrali termoelettriche tradizionali.